I farmaci che riducono l'acidità sono associati a un aumento significativo del rischio di infezione da Clostridium difficile nei neonati e nei bambini.
Con l'obiettivo di valutare la relazione tra inibitori della pompa protonica ( PPI ) o antagonisti del recettore H2 dell’istamina ( H2RA ) e infezione da Clostridium difficile, è stato condotto uno studio caso-controllo nested basato sulla popolazione, all'interno di una grande dataset ambulatoriale ( Health Improvement Network ) utilizzando i dati del periodo 1995-2014.
Sono stati reclutati 650 pazienti pediatrici con infezione da Clostridium difficile e 3.200 controlli appaiati, e l'esposizione primaria è stata definita come prescrizione di antagonisti dell’istamina o di inibitori della pompa protonica rilasciata da almeno 8 giorni prima dell’indice e utilizzato entro 90 giorni dell’indice.
L’odds ratio ( OR ) aggiustato per infezione da Clostridium difficile e farmaci antiacidi è stato pari a 7.66 ( 95% CI, 3.24-18.1 ).
I farmaci che riducono l'acidità sono risultati associati a una infezione da Clostridium difficile nei bambini di età inferiore a 1 anno ( OR=5.24; 95% CI, 1.13-24.4 ) e nei bambini di età compresa tra 1 e 17 anni ( OR=9.33; 95% CI, 3.25-26.8 ).
Il rischio di infezione da Clostridium difficile è risultata significativamente maggiore con gli inibitori della pompa protonica rispetto agli antagonisti dei recettori H2 della istamina, e anche con recente esposizione versus esposizione a distanza ( entrambi p per tendenza inferiore a 0.01 ).
I ricercatori hanno concluso che i farmaci che sopprimono l’acidità sono associati ad aumentato rischio di infezione da Clostridium difficile nei bambini in regime ambulatoriale.
I farmaci anti-acidi possono aumentare il rischio di infezione da Clostridium difficile provocando alterazioni del microbioma gastrointestinale.
Il microbioma nei bambini è altamente mutabile fino a quattro o cinque anni.
Non è noto se i cambiamenti in quel periodo formativo, a causa di antibiotici o inibitori della pompa protonica siano in grado di modificare in modo definitivo il microbioma. ( Xagena2015 )
Freedberg DE et al, Clin Infect Dis 2015;doi:10.1093/cid/civ432.
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